A<> Ci’rtr e i Diffamati, i «,1 a mandare come Ambasciatori dei i;enerali. e nolo per questa loro qualiti, negli Stati assoluti, o retti con forme di governo molto meno larghe, il sistema di scegliere, come una volta, i Ministri e gli Ambasciatori nel mondo militare e stato completamente abbandonato. Nè ai può dire noi li accreditiamo solamente presso gii Stati militari e gl'imperatori, perchè l'Italia i »tata rappresentata proso la Repubblica francete prima dal Galdini 1 ahimè, all'epoca di Tunisi) e poi dal Mcnabrea. Vi fu un momento, qualche anno fa, nel quale, quasi contemporaneamente, tre Ambasciate su sci che ne avevamo presso le Grandi Potente (lascio da parte la Turchia;, erano copene da generali: il Ferrerò a landra, il I^nsa a Berlino e il Morra a Pietroburgo. Or*, da venti o venticinque anni ■ quota parte, per non andar più in li, nessuna delle Grandi Potenze ha mai accreditato premo la nostra Corte dei generali, e, come ho gii avvertito, la Russia, la Germania c l'Austria, e ancor più l'Inghilterra e la Francia, hanno da un pezzo rinunciato. tranne in casi specialissimi, ai diplomatici militari. Gli è che assai probabilmente gii uomini di governo di quoti paesi hanno compreso, prima che da noi. come anche nella diplomazia sta avvenuta e continui una certi evoluzione, e come, data l'importanza grandissima assunta dalie questioni economiche, sia necessario che i rappresentanti alletterò, non solo nelle questioni politiche, ma altroi in quelle economiche. abbiano una certa competenza e una qualche cultura moderna onde non correre il rischio di ve dcrii sopraffatti. Un tonerai*, malgrado tutta la sua buona volanti, si oc cu peti sempre con scarso entu*