Il Memorandum del ryoj 479 pur troppo, invece di cercare se era ancora possibile rimediare, almeno in parte, chi era allora al Governo, piccato dell’ insuccesso, si lasciò guidare dal risentimento e aggravò sempre più la situazione esagerando nelle manifestazioni verso la Francia e incoraggiando oltre misura l’irredentismo. Il secondo passo fu fatto al principio del 1903 con la presentazione del Memorandum per le Riforme, Memorandum formulato e presentato alla Sublime Porta, senza nemmeno darne notizia al nostro Governo, il quale ne fu informato a cose fatte e che si affrettò di accettare ogni cosa, senza la menoma riserva. Messo alle strette, l’on. Morin succeduto al Prinetti, ha pur dovuto confessare alla Camera dies sere stato lasciato in disparte. E bisogna notare come ho già avvertito, che nel Memorandum si parlava di riforme da applicare anche in un vilayet, dove la popolazione è in gran parte albanese. Altro che speciale intesa per l’Albania ! Il terzo passo — quello decisivo — fu la presentazione alla Porta della nota con tutto il programma delle Riforme, preannunziata in certo qual modo dal brindisi pronunziato il 30 settembre a Vienna al pranzo dato in onore dello Czar suo ospite, dall’ Imperatore. « La perfetta concordanza, egli disse, che ci unisce, in presenza dei deplorevoli avvenimenti dei quali la Penisola Balcanica é attualmente teatro contribuirà potentemente ad assicurare il successo alla azione che noi vi esercitiamo di comune accordo nel-l’interesse della pace europea ». Con questa nota l’Italia veniva brutalmente tagliata fuori da qualsiasi ingerenza nelle questioni balcaniche. Un seguito di errori deplorevoli, la condotta in-