A Pi di Tebelen 39? un certo momento i suoi servigi alla Porta. Non immaginando allora con che terribile nemico avrebbe avuto a che fare più tardi, essa non solo accettò, ma lo mandò a combattere contro due pascià ribelli: quello di Scutari e quello di Delvino. Ali li vinse, li sottomise, e, in ricompensa di tali servigi la Porta lo rimise in possesso del feudo di Tebelen. Ma il piccolo beilicato di Tebelen non bastava più alla sua ambizione. Raccolte nuove bande, che dopo i successi di Scutari e di Delvino lo acclamarono a loro capo supremo, marciò verso Jannina e s’impadronl della città. La Porta accettò il fatto compiuto e Ali di Tebelen diventò Pascià di Jannina. Più tardi con le minaccie egli ottenne altresì di essere nominato Governatore della Grecia del Nord, e finì ben presto per rendersi quasi completamente indipendente, e per esercitare senza controllo il suo dominio su di una vasta regione che comprendeva quasi tutta l’Albania, una parte della Tessaglia e una parte della regione occidentale della Grecia meridionale, tanto che il figliuolo suo aveva il titolo di Pascià della Morea. La tribù albanese cristiana dei sulioti però gli resistette. Combatterono contro di lui per parecchi anni fino a che, vinti ma non domi, e sentendo di non potere continuare la lotta, decisero di abbandonare in massa il proprio paese e di rifugiarsi a Corfù. Ma le bande di Alì li sopraggiunsero in riva al mare mentre stavano per imbarcarsi, e pochi soltanto poterono salvarsi dal massacro. Però sottomano egli favori più di una volta le mosse degli insorti greci contro la Porta, e fu anzi la rivolta sua e dei suoi Klepti che diè la prima spinta all’insurrezione, o che per lo meno, ne rese possibile i primi movimenti. Tanto in 20