134 » — territorio ni occupazione ai credenti di ciascuna di esse — almeno quando parlano in (orma ufficiale — che il regime al quale sono sottoposti è un regime paterno ideale, del quale nessuno può lagnarsi. Ben inteso che questi tre capi, i due arcivescovi di Serajevo, 1’ ortodosso e il cattolico. come l'itnman, sono creature del Governo e ad esso ciecamente devote. Il clero cattolico è anzi uno dei grandi strumenti di propaganda austriaca. Prima del 1878 nella Bosnia, come in gran parte della llalmaxia. la religione cattolica era quasi esclusivamente rappresentata dai Minori Osservanti ai quali Maometto II, con un firmano considerato quasi come una vera investitura, aveva concesso speciali privilegi, e che dipendevano dal vescovo di Serajevo e Vicario Apostolico. Ma appena insediata l'amministrazione Austro-Ungarica, questa s’intese col Vaticano ptr dare un organ'uta/ione e un assetto diverso alla Chiesa Cattolica nella Bosnia, ed i frati dell'Ordine di San Francesco furono messi in disparte, onde far posto ad elementi più maneggevoli e più direttamente sottoporti allo Stalo. In pochi anni, la Bosnia e l'Krtcgovina furono invase da preti croati, da suore tedesche e croate, dipendenti direttamente dall* arcivescovo di Scrsjevo e adoperati, non solo per la propaganda religiosa ma altresì per quella politica. Li incontreremo di nuovo, sul nostro cammino quando discorreremo dell'Albania. 1 poveri Francescani che pure, più degli altri, avendo tenuta alta la bandiera della sede in codeste regioni per secoli e in tempi nei quali la propaganda, o anche semplicemente la tutela della fede, li esponeva a contìnui perìcoli, han finito per ritirarsi pian piano nei loco conventi. Unto più che l'Austria — e