io i — ti ut*trr.u utvri estmi c delle «confitte rus.se! Ogni diminuzione «Iella Russia, ha per conseguenza immediata una maggiore autorità, una maggiore influenza e ani maggior forza dell’Austria nella Penisola Balcanica, naturalmente, esercitata a danno nostro. Via come se ciò non (Multasse, s'aggiunge il latto, chc con la Russia scemata di forze, è di motto diminuita la nostra importanza nella Triplice. Dato il caso di un conflitto, il nostro contingente era necessario per controbilanciare le forze della Duplice. Ora che la Russia non ha quasi più marina — c ci vorranno in ogni modo degli anni prima possa rifarsene una — e con re«rcito affievolita, la forza complessiva della Duplice, non é più quella di prima c l'aiuto la coopcrazione nostra, non i pii necessaria. Per lo meno ha un valore assai minore. Più chc mai in circoalanae tanto difficili e compii -cale ed anche cosi delicate, dati i vincoli dai quali siamo sempre legati alle Poterne Centrali, sarebbe necessario che. prima di tutto, vi fosse nella nostra politica estera quella continuità d" indirizzo chc finora è sempre mancata, c chc coloro i quali diuturnamente debbono dare le istruzioni, c collcgare I* azione dei nastri rappresentanti nelle varie capitali, fossero all'altezza della loro missiooe. Invece, tranne quando vi fu alla Consulta il Visconti Venosta, dal quale in molte cote n poteva db-sentire ma di cui nessuno mette io dubbio l'esperienza ed il tatto, da parecchi anni, la nostra politica estera, c sempre stata aftiiata a mani inesperte, e condotta, giorno per giorno, da burocratici invecchiati, i quali, te anche poterooo avere io altri tempi qualche valore. come esecutori di ordini — ora non tvtnpwn*