dove giacciono nascosti i mostri della flotta nemica; e uno di essi, infine, in un'alba di maggio, in aperto mare, sotto il cielo attonito, come nelle leggende primitive, uno, Luigi Rizzo, il David dell'Adriatico, con la fionda del suo animo colpisce ed abbatte i mostri incautamente usciti dai covi profondi a fulminare V Italia sul mare, avanguardie di Boroevic che si appresta a fulminarla dagli altipiani e sul Piave. Meraviglioso sostrato storico per le Odissee della più lontana poesia. La causa dell' Intesa pareva, in quel tempo, perduta. Gli eserciti inglesi erano già con le spalle al loro mare: i cannoni di Ludendorf erano puntati su Parigi, che in attesa della imminente invasione aveva già trasportato i suoi penati ad Avignone; gli animi di tutte le genti di Francia e di Inghilterra si piegavano trepidanti ed oppressi, come quelli dei cristiani sopra la notte del Mille. La vittoria italiana di Premuda sgombrò a un tratto l'orizzonte dal terrore, e mutò il corso degli eventi. Abbattuta la potenza navale e vendicata Lissa, V Italia passava ad abbattere sul Piave anche la potenza militare dell'Austria- Ungheria, e ridurre così della metà le forze della Germania, di quella metà che era costituita dalle forze della sua seguace alleata: onde l'Intesa potè alfine, dopo quattro anni dì lotta che pareva disperata, aver ragione della formidabile ?iemica, come non mai prima, finche l'Italia non ebbe abbattuta per terra e per mare l'Austria- Ungheria, pareva potesse sperare. Ma la vittoria fu il delitto dell'Italia. Quel che i generali e gli uomini di Stato degli Imperi Centrali, Boroevic e Ludendorf, Czernin e Brokdorff Rantzau immediatamente riconobbero : che la vittoria dell'Italia, cioè, avesse determinato la loro sconfitta, non mai - 6 -