UN PO’ DI CAVOUR. Non è il caso di occuparsi di quello che dicono i fogli di Zagabria intorno all’italianità della Dalmazia, nè di commuoversi per il vanto che menano delle gesta compiute dai croati sull’Isonzo e sul Piave, in servizio dell’Austria contro l’Italia. Il vanto è superfluo. I Croati hanno fatto il loro dovere nel servire ieri l’Austria sull’Isonzo e sul Piave, come la servivano nel secolo scorso a Brescia e a Milano. Ed è superflua anche la loro scienza storica ed etnografica per convincere i loro soci italiani e stranieri del loro diritto sulle nostre genti. Superfluo, forse, questo soltanto non è : constatare, che una volta, dopo il ’60, i generali croati erano malmenati a Londra e minacciati di essere cacciati nel Tamigi, dalla folla commossa al ricordo delle loro crudeltà e delle loro nequizie contro le vittime di Brescia e di Milano; ed oggi, invece, i propagandisti croati contro l’Italia hanno il loro quartiere generale nelle redazioni dei massimi giornali di Londra oltre che di Parigi. È vero che l’hanno anche nel cuore e nella mente di molti graziosi italiani. Non perseguiamo dunque la letteratura, diciamo così, della stampa croata e quella complice di altri paesi di Europa. Occupiamoci, semplicemente, di quella del nostro paese. Ho qui sott’occhio le collezioni e i volumi di molti