mati. Ma chi aveva il tempo di pensare, allora, a tali miserie ? Ci si lesinava tutto : dal pane al fuoco, al hi di ferro : ci si mandavano, quando ci si mandavano, dopo stenti e umiliazioni inauditi, i resti della gran mensa, che ci si facevano pagare a doppia misura di oro e di sangue; e nessuno, che, da queste premesse avesse tratte le possibili conseguenze per l’avvenire! nessuno, che dalle angherie fatteci e le difficoltà suscitateci nei momenti più astrusi della guerra prevedesse le angherie e le difficoltà che gli alleati ci avrebbero fatto e suscitato nei momenti lieti o tristi della pace. La rigidità, l’aridità, l’immobilità del cervello politico italiano, di fronte all’agilità, la fecondità, l’abilità del cervello politico degli alleati, nello sfruttamento delle situazioni, apparirà fenomenale agli storici dell’avvenire — specie quando sarà messo in confronto con l’animo e col cuore del paese, così ricchi e fecondi di risorse, così fieri e possenti in tutte le loro reazioni, così vigili e pronti in tutte le loro manifestazioni ! I Greci antichi ebbero la vittoria senz’ali. Noi abbiamo la vittoria senza capo. E tutta la gloria resta al grande e nobile cuore di questo eterno popolo d’Italia, non ignavo gigante, o Poeta, e neppur vecchio, se in tanto abbandono di conduttori, ha saputo sempre trovare da sè la sicura condotta, nella giusta e diritta via della sua azione. Durante la nostra guerra, i nostri uomini politici non fecero che la guardia al sepolcro dell’ideale democratico, al quale gli alleati li avevano destinati — mentre per contro proprio essi concertavano a parte la migliore divisione delle spoglie di Cristo. Quale onore, una tal missione ! E l’onore crebbe, quando agli Alleati si venne ad aggiungere, attraverso l’oceano, l’Associato. Democratici europei era già qualche cosa; ma democratici mondiali, che bazza ! La Rivoluzione francese, La Marsigliese, Lafayette, Wilson, che musica ! e che melo- i dramma! Il democratico italiano perdette addirit- - 323 -