parsa, siamo diventati finalmente anche jugoslavofili, e per meglio accreditare questa nuova manìa non solo rinneghiamo i nostri antichi diritti nazionali, non solo esaltiamo contro la fierezza e la fede e il valore dei nostri eroi le virtù militari dei croati, che l’onorevole Bissolati ricorda con terrore agli italiani di avere conosciuto in guerra, ma prestiamo man forte coi nostri atti e con le nostre parole a tutti i nostri nemici, che non son pochi, dentro e fuori le file dell’Intesa, per combattere le nostre aspirazioni, per annullare o svalutare i fini della nostra guerra, al Congresso della pace. Così: con la nostra jugoslavofilia, piena di timor panico e di timor di Dio, noi andiamo incontro alla jugoslavofilia dei nostri alleati piena di calcoli e di interessi marittimi e commerciali in nostro dispregio. Chi non vede il disegno e il contenuto della jugoslavofilia francese, tendente, con la cooperazione della Grecia, non ad altro che ad acquistare il predominio nel nostro Adriatico inferiore e attraverso i Balcani il predominio nelle vie dell’Oriente in sostituzione dell’Austria che noi abbiamo concorso ad eliminare? Sic vos non vobis, l’eterno nostro destino ! E per arrivare a questo destino noi non abbiamo soltanto fatto una grande guerra nazionale ed europea, ma ci accingiamo ancora a fare una guerra civile. Perchè, insomma, tutta l’opera di coloro, che per l’una o l’altra ragione cercano di sbandare i fini e i risultati della vittoria, e preparare all’Italia nuove condizioni di inferiorità territoriale e politica e commerciale, di fronte agli alleati, e nuova condizione di debolezza di fronte ai nemici, non lavorano ad altro, con le disillusioni che disseminano, coi rancori che accendono, con le umiliazioni che autorizzano, che creare l’animo e l’atmosfera della più triste guerra civile nel paese. E valeva proprio la pena di sventolare tante bandiere e agitare tanto dolore italiano per arrivare a tanto abisso ? Io sono dolente di scrivere queste cose a proposito — 215 —