ECCOLA, LA GUERRA DEMOCRATICA! In tempo di neutralità, sette mesi prima della nostra entrata in guerra, combattendo le stolte, e or si vede quanto ruinose ideologie ai nostri danni, dei così detti fautori e inscenatori della « guerra democratica », io scrivevo (è inutile rinnovare le solite proteste sull’odiosità dell’io, visto e considerato che non è possibile attribuire alla verginità del signor Lloyd George o del signor Clemenceau la responsabilità delle mie idee) io scrivevo dunque, su questo stesso giornale, a proposito della Lega balcanica : — « Perchè dovremmo noi mettere d’accordo, prima di metterci alla loro testa, le due potenze che dicono di avere in sè la forza di compiere due grandi missioni storiche; la Serbia, cioè, che tende alla ricostituzione della « più grande Serbia » con gli Slavi meridionali, e la Grecia che tende, a sua volta, alla ricostituzione per terra e per mare, dell’antico impero bizantino : le due potenze insomma che si sono sempre schierate in linea, di offesa più che di difesa, verso l’Italia : l’una, la Serbia, con la propaganda dei Croati nell’Adriatico : l’altra, la Grecia, con la torbida azione in tutte le questioni risorgenti fra il canale di Otranto e l’Egeo? » E concludevo : « Io non comprendo questa tendenza (idealistica e — 321 —