L’ITALIA E LA SOCIETÀ’ DELLE NAZIONI. Non può essere un mistero per tutti coloro che pensano nella realtà, che nessun paese in Europa è più naturalmente disposto a sostenere i progetti di Wilson, che l’Italia; perchè nessun paese in Europa è, più che l’Italia, insofferente di ogni dottrina e di ogni azione che tendano alla guerra, e proclive, per tendenza e per gusto, alle dolci arti e ai dolci costumi della pace. Ma, putroppo, le nostre interne polemiche di parte, non sempre moventi dall’ umile e casta osservazione della realtà, ma sempre ispirate o dall’idea — che è il fermento morale della passione e produce sue manifestazioni tragiche e ridicole insieme — o, peggio, dall’interesse, che è il fermento immorale di tutti gli . errori e di tutte le sciocchezze dei grandi e dei piccoli momentanei dominatori — le nostre interne polemiche di parte sono arrivate dunque, in concorrenza con quelle dei nostri più insolenti e petulanti nemici, a rappresentare l’Italia all’estero come la nazione militarista e imperialista per eccellenza, la nazione più agitata dalla febbre della guerra perpetua e più stravolta e sconvolta dalla smania e dai furori della conquista. E discutendo e trattando in mezzo a un’Europa, che dalle più grandi alle più piccole Potenze è tutta pervasa, sotto forme più o meno bene dissimulate, dall’ansia degli illegittimi ingrandimenti, i nostri dissidenti dal programma nazionale integrale e i più — 229^—