Perchè, la differenza delle due sconfitte, della sconfitta dell’Austria e di quella della Germania, è questa : che l’una, distruggendo lo Stato, ha distrutto anche il legame che teneva in fascio quei popoli che ora tendono a una loro diversa costituzione e organizzazione secondo la spinta diversa della razza; e l’altra, distruggendo lo Stato, ha lasciata intatta non solo l’unità, ma l’efficienza stessa del popolo : l’unità e l’efficienza di un popolo tutt’altro che in decadenza, anzi, se si deve giudicare dallo sforzo compiuto prima e durante il corso della guerra, di un popolo nel pieno vigore di tutte le sue qualità e facoltà, che gli errori ed i delitti dei suoi antichi governanti han potuto precipitare a rovina, ma che senza dubbio dal fondo della rovina risorgerà per impeto suo proprio più ammaestrato dalla dura esperienza e riveduto e corretto dalla sventura. Ed è possibile che la Francia e l’Inghilterra non comprendano questo, e non tentino, anche contro lo stesso diritto, di preparare a se stesse più salde difese che non nel passato? Le opposizioni che già la Francia eleva all’unione dei tedeschi d’Austria con quelli di Germania, opposizioni che contrastano col principio dell’auto-decisione dei popoli che a sua volta, pregiudizialmente, si cerca di battere o controbattere con l’altro, della incapacità dei popoli vinti ad annettersene altri — veramente questo principio potrebbe valere pei territori, non per gli uomini della stessa razza e della stessa volontà — dimostrano che le necessità delle grandi potenze vittoriose urtano già clamorosamente con le basi sulle quali dovrebbe sorgere la città ideale di Wilson, per dare sicuro asilo alla Società delle Nazioni. Solo l’Italia può, fra tali siepi, procedere ferma e diritta verso la Città ideale, e perchè i suoi contrasti coi croati non sono di tal natura da impensierirla per il suo avvenire — e del resto, i Croati dovranno pure fare i loro conti coi Magiari che hanno alle spalle e — 332 —