vernabile da una nuova dinastia di folli o di degenerati. Se l’Austria è passata in sottordine, questo non è soltanto perchè sconfitta dalla Prussia a Sadowa, ma perchè realmente essa è uno Stato, o semplicemente un governo, come voleva Gortchacow, mentalmente inferiore, senza possibile misura inferiore, allo Stato uscito fuori dalle vittorie del ’66 e del ’70 e dal pensiero di Bismarck. Imaginare un’Austria 1815, un’Austria Sant’Alleanza, bisognerebbe imaginare capovolto un secolo di storia europea, e anche tutta la cronaca di questa guerra. Che cosa sarebbe avvenuto dell’Austria, se dopo le prime sconfitte nei Balcani e nella Galizia, la Germania non fosse accorsa in aiuto, e non le si fosse piantata nel centro della vita, e non le avesse data la sua mente, la sua scienza, la sua coscienza, la sua volontà e i generali del suo Stato Maggiore? Senza la Germania, l’Austria sarebbe oggi pasto dei cani, come sarebbe stata nel ’48 senza il pronto soccorso della Russia. Ribelle alla Germania, l’Austria sarebbe subito ridotta alla ragione come lo schiavo dal negriero. E poi, perchè il novello principe dovrebbe assumersi, proprio lui, per far piacere ai nemici della Germania, il còmpito delle rivendicazioni di un passato ch’egli non conobbe? Poteva, se mai, avere, e non aveva neppur lui, qualche sussulto di velleità il vecchio Francesco Giuseppe, che si era visto da tutte le parti sfuggir le insegne dell’antico impero, e ne portava sempre il lutto. Ma il nipote non ha altra esperienza che quella della protezione della Germania, non conosce altra mano soccorritrice che quella del suo grande protettore il Kaiser : il Nepote è nato all’impero sotto la stella degli Hohenzollern. Egli è il pupillo, più che il vassallo di Guglielmo II, e il suo regno rimarrà sotto la cura della Germania, finché la Germania sarà in forza ed in autorità. E sarebbe una ben triste illusione — sperabile oggi, dopo il Congresso di Versailles, non sia più — quella della Francia o dell’ln- — 147 —