tesa, e ricevevano la legge e la paga da Vienna, non da Londra. O parla egli soltanto in nome della Serbia? Ma il Patto di Londra è il patto concluso appunto dalle grandi Potenze nella grande guerra, per salvare, fra l’altro, la Serbia devastata e distrutta dai soldati degli imperi centrali, fra cui più feroci ed accaniti erano appunto i croati e gli sloveni. Protestare contro il Patto di Londra, non riconoscere il Patto di Londra, perchè in esso manca la firma dell’ex-Ministro del governo Seidler che oggi si aggira con Trumbic attorno al Congresso di Parigi, in rappresentanza della Jugoslavia, è una insolenza verso le Potenze dell’Intesa che potrebbe avere a scusa l’incoscienza, se per mille segni non avesse invece come aggravante la mala fede, e, senza offesa ad alcuno, la mala fede balcanica. Non si occupi dunque del Patto di Londra il signor Pasic, che è cosa che non lo riguarda e non lo può riguardare, nè come rappresentante della Serbia, nè, tanto meno, come rappresentante della Jugoslavia, trìcorfor senz’anima in questa guerra. E non si occupi nè pure di Wilson. Non vi sono teorie, come non vi sono leggi, ad applicazione retroattiva, salvo quando non si tratti di patti sceleris che costituiscano per se stessi delitto e che non possano quindi trovar posto in nessun codice interno o internazionale. Il Patto di Londra.non contiene che condizioni di potenze alleate per la guerra, in vista di un nemico da abbattere e abbattuto privare di quello che ha acquistato con la forza e con la forza ha tenuto nei secoli. E nulla ha a vedere col Patto di Londra la postuma opposizione ai trattati secreti —-perchè essa, in massima, si riferisce ai trattati conclusi dagli Stati tra loro in tempo di pace, senza la scienza e il consenso dei popoli e delle rispettive rappresentanze politiche — e in realtà, essa è estranea al Patto di Londra, visto che la scienza e il consenso dei popoli alleati sono nell’atto stesso della guerra. Erano forse ignote al popolo italiano le rivendicazioni, conte-