et NOBLESSE OBLIGE ». L’Italia aveva appena da un anno rinnovato il trentennale Trattato d’alleanza con la Germania, quando questa, nel ’914, decise di aggredire la Francia. Lo scopo dell’aggressione era stato dichiarato e illustrato dal generale von Bernhardi, due anni prima, nel 1912, nel libro sulla prossima guerra : « In un modo o nell’altro, è necessario che noi regoliamo i nostri conti con la Francia, per potere avere le mani libere nella nostra politica mondiale. La prima e indispensabile condizione di una sana politica tedesca è l’abbattimento della Francia. E questa volta bisognerà colpire sul serio, in modo da impedire alla nemica che possa più rilevarsi e rimettersi ancora sulla nostra via ». E tutto infatti era scientificamente preparato per l’esecuzione di questo disegno ; gli animi e le armi : e sopra tutto, di contro alla forza propria, la disgregazione, politica e morale, altrui. In venti giorni, in quaranta giorni, se tutti i calcoli si fossero avverati, l’Imperatore sarebbe entrato sul cavallo di Attila a Parigi. (Erano già pronte le medaglie commemorative del grande avvento.) Nei calcoli vi era anche il tamburino italiano volto dalla parte delle Alpi Marittime. Ma il tamburino italiano non apparve. E Attila non passò. L’Italia era da trent’anni unita alla Germania ed era, anche da trent’anni, separata dalla Francia. Che - 316 -