IL FATTORE TRASCURATO AL CONGRESSO DI PARIGI. La storia, o la leggenda, ci ha appreso che prima di passare dalla vita attiva alla vita contemplativa, Platone diede un banchetto ai suoi amici. Le più belle peccatrici e gli alcibiadi più dissoluti furono invitati al glorioso banchetto che doveva rappresentare l’ultima tentazione per il grande discepolo di Socrate nell’atto di staccare l’idrovolante del suo ingegno dalla riva del piacere per il mare ed il cielo dell’ideale. L’esperimento riuscì. Platone penetrò a piene ali nell’invisibile atmosfera della sua Repubblica. E là rimane, ancora beato. Dietro la sua traccia, molti altri puri spiriti, attraverso i secoli, hanno tentato, ma senza uguale successo, la sua bella avventura. Coi più fantastici motori dell’aviazione moderna, i nostri illustri diplomatici del Congresso di Parigi hanno o mostrano la certezza di arrivare finalmente a scoprire la stella nella quale Platone ha piantato i segni della sua Repubblica, e negli stecchi di quella luminosa raggiera deporre la corona delle varie genti della molto annosa Europa, delle quali han preso in cura le sorti. Non si può leggere quindi senza emozione la lieta novella che il più grande Platone degli Siati Uniti arreca ai suoi concittadini nel metter piede nella sua Repubblica, cioè, che « i popoli europei si sentono oramai — 255 —