bollettini della stampa si esimono dal rivelare. Il disagio è negli spiriti, nelle tendenze, nei ñni. Dunque, la perfetta adesione non potrà essere nelle conseguenti risoluzioni. Nessuno può negare che molti siano i contrasti. Vi è un contrasto fra le ideologie di Wilson e le varie realità storiche dei paesi, o politiche delle Potenze, d’Europa. Vi è un contrasto tra i fini della guerra compieta-mente raggiunti dall’Inghilterra, e i fini della guerra non completamente raggiunti da altri paesi alleati dell’Inghilterra. V’è un contrasto fra i diritti dei vincitori e le pretese degli intrusi fra i vincitori, qua e là appoggiati, secondo i casi, e secondo gli interessi, da questo o quel governo degli alleati. Vi è un contrasto tra il modo di intendere i principi di nazionalità e il modo di aggruppare i frammenti sparsi dell’Austria e della Mittel Europa in genere, in relazione alla sicurezza e alla difesa territoriale o commerciale, delle potenze d’Occidente. Vi è un contrasto tra il programma internazionale di alcuna od alcune delle potenze vincitrici, e il programma americano di Wilson. Vi è, infine, il contrasto, o, più propriamente l’avversione, o più precisamente l’odio, fra le piccole nazionalità di risulta dell’antico impero degli Absburgo, e la lotta delle ambizioni, delle vanità, degli appetiti di queste nazionalità, tra loro, o in confronto di altre vicine, o lontane, maggiori : ambizioni, vanità, appetiti, che dovrebbero tutti insieme, con gli odi e con le avversioni di storia e di razza, contribuire a creare quell’armonia, quella concordia, quella fusione di menti e di cuori necessarie alla costituzione e al Governo della Società delle Nazioni, promossa e voluta dal Presidente degli Stati Uniti che passa —> e fra un anno — 8*5 —