LA FINE DI UN « TABU’ ». Oggi nessuno più in Germania nè in Austria, nè in Ungheria, vuole la minima parte di responsabilità nella guerra perduta. Gli uomini nuovi che la sconfitta ha portato al governo, maledicono i vecchi che naufragano con le ambizioni dei re spodestati. La stampa che incoraggiò le follie dei re spodestati e dei loro ministri, geme e implora umilmente dal nemico, che insultò nell’ora delle invasioni, la pietà del pane e del disonore. L’ultimo degli Absburgo, discendendo dal trono, ricorda a quelli che non furono i suoi e i sudditi dei suoi padri, che egli non ha colpa della guerra, che trovò nel compendio della successione. Max di Baden annunzia al mondo che della sconfitta la Germania esce vittoriosa almeno di se stessa, perchè apprende finalmente che i principii che ressero la sua vita politica e morale nei quarant’anni d’impero degli Hohen-zollern sono sbagliati e non la forza è capace di sottomettere il diritto ma il diritto la forza. Anche: Erzberger e Scheidemann, i due officianti, in cravatta nera e in cravatta rossa, ai fianchi dell’imperatore, nel nome della Chiesa Cattolica e nel nome del Socialismo internazionale, piegano la fronte sull’errore della guerra che essi hanno confortato per quattro lunghi anni coi voti, coi discorsi, con la loro propaganda all’estero e all’interno. Che più ? L’autore delle Anime — x88 —