riamica e dalla forza plastica dei popoli. E queste due forze del popolo tedesco, non bene avvertite o misurate dagli altri, si sbizzarrivano a capriccio in tutti i campi delle speculazioni, senza mostrare o lasciare in-travvedere ai distratti il ¿ne ultimo della loro tensione. Quale combinazione più artifiziosa ed anormale della Triplice Alleanza? L’Italia dovette accettarla, e anche tenerla in onore nel lungo trentennio della formazione del suo scheletro economico e della sua specifica coscienza politica : senza, per questo, cessar mai dal discuterne l’incompatibilità coi suoi interessi essenziali; come, per contro proprio, Germania ed Austria non cessarono mai dal lavorare in tutti i sensi per accrescere la loro potenza a scapito e in dispregio dell’alleata. Ma, come con l’Italia, non erano artifiziose ed anormali le altre combinazioni con la Turchia e con la Grecia? La guerra distolse tutti dalle vie contorte nelle quali si trovavano perduti, e tutti rimise nella diritta via. Grandi e piccoli paesi, vissuti fino alla vigilia, nell’ illusione e nel sogno del supremo bene raggiunto, ripresero la faticosa battaglia dell’esistenza come se fossero privi di tutti i beni e dovessero cominciare a costruire la casa e a sudare il pane per i figli. Gli inermi si armarono. I pacifici e i pacifisti diventarono guerrieri. I dimentichi riacquistarono a un tratto la memoria delle virtù antiche. I deboli mostrarono la volontà di riparare le loro forze e di combattere a fianco degli altri combattenti. Tutti quelli che avevano capacità e potenza di vita, scesero in campo per difendere la loro libertà e il loro avvenire. In un periodo, storicamente breve, l’Europa vide gli Stati minacciati riacquistare l’equilibrio della forza di fronte allo Stato che in quarant’anni di oscura preparazione era riuscito a rompere quell’equilibrio e a far pendere sotto il peso della sua spada tutta la bilancia della felicità umana dal suo lato. Ma nel gran rivolgimento, nella grande rivoluzione — 70 —