Egli, infatti, ha cura di prevenire la non difficile osservazione, ed ha quasi l’aria di scusarsi di mandare in giro la sua Nota, in questo particolare momento, « perchè ora può sembrare che essa sia stata affrettata dalle recenti aperture delle Potenze Centrali ». — Non c’è bisogno di usare con l’illustre Presidente degli Stati Uniti, quelle finezze settecentesche di linguaggio ch’ei disprezza e tiene in non cale. Basta prendere atto delle sue non richieste scuse. E passar oltre. Affermiamo, senza ambagi e senza stolte ipocrisie. Non c’è che la Forza che veramente attragga e susciti adesioni e simpatie. Da quando la guerra è cominciata, e la fortuna delle armi germaniche si è imposta, qua e là, con le distruzioni più che con le conquiste, tutte le potenze così dette morali si sono accostate alla Germania. La pietà (dicono) è un bel sentimento umano; e anche la giustizia (proclamano) è un necessario e indispensabile concetto sociale. Ma io non mi sono mai accorto che per la pietà o per la giustizia gli uomini, o gli Stati, o le potenze morali, facciano altro che parole o collette o lotterie; e ho sempre, invece, constatato che soltanto per la Forza, in tutte le sue incarnazioni, essi sono capaci di compiere veri e propri atti che abbiano un significato e un risultato essenzialmente politici e definitivi. Quando mai il Papato, il Socialismo, una Repubblica democratica come gli Stati Uniti, si sono sentiti disposti a parlare alto per il Belgio, per esempio, come agiscono alto o basso, per la Germania? Quando non hanno potuto far altro, hanno cercato sempre di evitare di discutere le cause della guerra, per non risalire fino alle responsabilità della Germania. Nè io che ho sempre cercato di eliminare, nella mia qualsiasi prosa politica, tutti i piccoli sentimenti della psiche individuale, per esajtare i sentimenti utili alla produzione dell’Energia, nè io, dico, fo questa constatazione per trarne ragioni di