È vero, per esempio, che nel 1863, tre delle potenze oggi insieme combattenti contro la Germania, e cioè la Francia, la Russia e l’Inghilterra crearono, come dice l’art. 3 della Carta, lo Stato monarchico della Grecia, « sotto la sovranità del principe di Danimarca, e la garenzia delle tre Corti ». Ed è anche vero che, oggi, la sovranità del principe di Danimarca si trova, come dire?, in discordia con le tre potenze protettrici e in concordia con la potenza a queste nemica, cioè la Germania. Ma che importa? Lasciar fare! — Ma senza lasciar passare ! — Senza lasciar passare neppure l’esercito alleato (perchè, fino a prova in contrario, l’esercito serbo è sempre alleato di quello di Grecia). E così, lasciar fare nell’Epiro al governo; lasciar fare nelle coste e nelle isole ai fornitori dei sottomarini tedeschi. Necessario non è tenere le colonie, ma salvare i principi. E quanto ai principi nessuno potrà negare che i futuri professori di diritto internazionale ne raccoglieranno tanti per le terre da formarne enciclopedie. I vari uffici degli Stati occidentali possono stanziare le somme per gli abbonamenti. Io non oso più esporre le mie idee, in ordine alla politica dell’Italia nel basso Adriatico e nell’Egeo. Una volta che ne feci il tentativo, la Censura con la sua spada arcangelica tagliò in pezzi il filo del mio discorso. E poiché in tempi di guerra non è neppure virtù la sottomissione, io senza il consueto * laudabi-liter », evito di rinnovare il tentativo. Ma dalla polvere della mia umiliazione, mi sia almeno consentito di dire che la Grecia fa bene a pigliare quel che gli altri non pigliano e le lasciano pigliare. Quando penso alla fine della guerra, io non posso a meno di pensare contemporaneamente al « Giudizio » di Michelangelo. Le generazioni umane sorgono dai sepolcri aperti, allo squillo delle trombe... Ma non vorrete certo che io vi descriva la terribile pittura della Sistina. Voi ricordate. Vi sono corpi umani che non -46-