che essa si è ingrandita da sè, arbitrariamente, e surrettiziamente, annettendosi, prima ancora che le fossero aggiudicati, due paesi dell’impero Austriaco sconfitto, che furono i paesi più fieramente ostili e combattenti contro una delle potenze alleate, l’Italia, fino all’ora stessa della battaglia di Vittorio Veneto. E mentre si nega al Belgio, che pur meriterebbe, per il suo spartano sacrifizio all’onore, ogni ricompensa, oltre che ogni riguardo ed ogni assicurazione per l’avvenire, il più piccolo ingrandimento di confine, si permette alla Serbia il massimo ingrandimento, compiuto non con le forme della Società delle Nazioni, ma con le forme di quell’altra Società, che nella vita criminale, per significare appunto il massimo oltraggio all’onore, si chiama l’onorata Società — la camorra. Come e perchè, e per quale iniqua complicità, si è potuto tal fenomeno verificare, e, peggio, essere accettato? come e perchè, in conseguenza di questo fenomeno nuovo negli annali della diplomazia fra potenze civili si possono oggi trovare al Congresso di Parigi, riuniti in una stessa aula, i rappresentanti del Belgio, della Francia, dell’Inghilterra, dell’America, coi rappresentanti della Slavonia e della Croazia, uno dei quali fu anche ministro nell’ultimo imperiale reale Ministero (Seidler) di Vienna? Certo, quali che siano le complicità, la responsabilità prima è della Serbia che, travestendo da serbi gli sloveni e i croati — i quali, del resto, non pare vogliano saperne troppo di lei e per mille segni mostrino di preferire una loro repubblica federativa alla soggezione al Principe Alessandro — non soltanto è venuta a sottrarre all’Italia una parte non indifferente alle sue giuste rivendicazioni di guerra, ma ha dato la personalità giuridica di alleati a quelli che furono dell’Italia i più feroci nemici nel tempo della guerra. Come i nostri Delegati alla Conferenza abbiano da parte loro accettato questa situazione di cose; come, non ostante il troppo ingenuo ed affrettato giu- — 263 —