Ma io preferisco, dichiaro lealmente, la pasta più nodosa e intrattabile, di cui son fatti gli altri. La vittoria è arrivata contemporaneamente sulle bandiere di tutti e tre gli alleati. I francesi, nel loro fiero entusiasmo, la hanno subito abbracciata, e le hanno sciolti i calzari, perchè non tenti di ripigliare il volo per altri cieli ed altri lidi. Gli inglesi la hanno subito legata alla poppa delle loro navi perchè tutto il mondo la veda nell'infinito dei mari. Noi, più furbi, le abbiamo cavati gli occhi e strappate le penne, perchè non è dicevole a un autentico popolo di democratici sostituire le aquile alle oche sull’alto Campidoglio. Chi di noi oserebbe dare un ammonimento a un inglese a proposito delle colonie tedesche? O ad un francese a proposito del Reno e del Palatinato? Tanto il francese che l’inglese riderebbero a chiunque sul volto, a un tal balordo richiamo. Ma noi discutiamo seriamente con tutti gli agenti provocatori che ci si mettono fra i piedi, le nostre questioni dell’Adriatico e del Brennero. E questa discussione noi esaltiamo come una gloria del nostro spirito democratico. Io non ho mai appreso nella storia che spirito democratico equivalga a miseria politica e morale. Leggevo, ieri, il proclama che il Commissario della Repubblica francese a Metz, il signor Mirman, ha indirizzato ai Tedeschi rimasti in Lorena: proclama che contiene periodi come questi : — « Io sono sicuro che voi amerete la Francia, non appena sarete divenuti, dopo un lungo e salutare esercizio di libertà, capaci di conoscerla e degni di comprenderla... Se voi arriverete a discernere, oggi, l’aberrazione morale in cui siete caduti per opera dei vostri direttori di coscienza, •a Francia vi abbandona con pietà ai vostri rimorsi; se n°n’ essa vi abbandona con disdegno alla vostra abbiezione ». In ogni caso, finisce col dire il signor Mirman, chiunque oserà offesa contro il nome della Francia sara punito esemplarmente. — 203 —