Il viaggio dei ministri italiani a Parigi coincide con i vari Congressi degli Alleati, per tutte le questioniinerenti alla condotta della guerra, come la questione economica e quella delle munizioni e degli armamenti, le quali, è sperabile, saranno alfine tutte coordinate e risolute. Noi non ci stancheremo di raccomandare il trinomio noli-cambi-carbone, che rappresenta il plesso nervoso essenziale della nostra vita. Noi siamo entrati nella grande guerra, accanto agli Alleati, non sotto la pressione di una minaccia o di un’offesa della Germania, ma per nostra libera elezione, per la rivendicazione dei nostri diritti di contro l’Austria, e per la protezione e l’esaltazione dei diritti della civiltà europea di contro alla feroce aggressione dei due Imperi centrali; e nessuno può negare o disconoscere il valore morale del nostro gesto e il peso materiale della nostra azione. Onde il dovere, dalla parte degli Alleati, di rispondere con equità alla generosità nostra, e di non creare alla nostra vita economica condizioni poco propizie alla resistenza nella guerra. È interesse di tutti che l’Italia non esca esausta dalla lotta che combatte, non senza profitto anche per gli altri. Il tempo usa non solo le idee, ma anche, e forse più, i sentimenti. E non fa meraviglia che si considerino con indifferenza oggi gli atti che ieri suscitarono entusiasmo. Noi stessi, nella nostra natura di artisti più che di politici — come Vico, Machiavelli non è che una vanità del nostro nome e della nostra cultura — siamo portati, nella varietà e mutabilità delle nostre impressioni, a svalutare giorno per giorno . l’opera nostra e a non tener conto del fatto di ieri nel calcolo del domani. Noi rinasciamo tutti i giorni, e ci presentiamo tutti i giorni nudi al fonte, a richiedere sempre la nuova acqua per il nuovo battesimo. Io mi auguro che gli uomini di Stato italiano nei Congressi di Parigi sapranno rimettere in valore tutta P azione italiana, dalla dichiarazione della neutralità ì _ 38 -