più fieramente combattono e illustrano, l’Austria ha trovato, almeno fino a ieri, le più costanti difese, e suscitato le più costanti illusioni : determinate, le une 0 le altre, da due pregiudizi, che sono i veleni di due idee morte e sepolte nel secolo passato : un pregiudizio storico, e un pregiudizio politico. « Felix Austria! » Una volta, essa faceva nozze coi vivi. Oggi piglia l’anello dal dito dei cadaveri. E non è sua colpa la necrofilia. Pregiudizio storico. Perchè Vienna tenne, sulle genti tedesche, il posto che ora tiene Berlino; perchè gli Habsburgo portarono la corona imperiale che ora portano gli Hohenzollern ; perchè Sadowa precorse Sédan; 1 nemici della Germania pensano, o sperano, o s’illudono — o per lo meno pensarono o sperarono o s’illusero fino a ieri — che l’Austria possa uscir dall’orbita nella quale ora si trova, possa ripigliare l’antica posizione di rivale e nemica di contro alla sua presente alleata, e rivendicare l’antica sua supremazia, e da « brillante secondo » ritornare « primo », il superbo « primo » di Olmütz. Ma basta considerare l’ipotesi (non saprei come chiamarla con parola più precisa) appena superficialmente, e fuor dell’ambito dei nostri desideri o della nostra passione, per dimostrarne l’inconsistenza e la fatuità. Prima di tutto, non si rinnovano a capriccio le situazioni storiche, e non si ricreano gli imperi come un nostro geologo milanese ricreava a suo modo i vulcani nella caldaia. Imaginare oggi possibile un’Austria in funzione germanica, come prima del ’66, è lo stesso che imaginare una Germania smembrata in settanta staterelli come nel trattato di Westfalia, e imaginare, nello stesso tempo, un popolo tedesco non unito, non progredito, non cementato dal lavoro scientifico e dalla gloria militare, ma scisso, ignorante, povero, senza la coscienza politica nazionale e imperiale che ora ha, e facilmente go- - 146 —