di spodestamento del militarismo prussiano — quel signor Harden che nei primi mesi della guerra non voleva neppure riconoscere che vi fosse nel vocabolario politico altra parola oltre la parola forza. « Che ci venite a cantare di ragione e di diritto!, scriveva egli allora: la Germania è forte? Sì? E basta. Valgono forse qualche cosa i decantati grandi principi? Un principio solo conta : la forza. Tutto il resto è chimera e stupidità. La forza : ecco una parola che suona alto e chiaro. La forza : cioè, un pugno : è tutto ! » — Ora il diavolo Harden si fa frate. E spande nella sua prosa le sue giaculatorie. Ma, fatti i debiti scongiuri, sarà cosa più utile e più seria per noi occuparci, più che di queste giaculatorie, delle minacce che ci prodigano gli scrittori austro-ungarici. Vi è poi tanta discordia nel diverso pensiero dei soci dei due imperi ? Mentre gli scrittori tedeschi cercano di ipnotizzare 10 spirito dell’Europa in genere e dell’Italia in ispecie, con la canzone della pace, gli eserciti tedesco ed austro-ungarico raddoppiano di violenza nei loro colpi. Lo spirito della Francia non si lascia ipnotizzare, e rimane sempre vigile e sveglio nelle armi protettrici. Si lascerà cadere nelPincoscienza lo spirito italiano? Mi auguro di no. Di no, perchè un momento di sonno sarebbe la rovina. Bisogna, o italiani di tutte le classi e di tutte le legioni, che uccidiate per qualche tempo 11 vostro sonno, se non volete che il nemico uccida per sempre la ragione della vostra vita. I tedeschi sono d’accordo con gli austriaci nel programma contro l’Italia; e i giornali tedeschi rivelano, anche prima dell’azione degli eserciti austro-ungarici, il fine comune, ciò è : « ottenere al sud delle Alpi quella linea di frontiera che assicuri nel futuro la Monarchia danubiana contro ogni eventuale sorpresa ». Gli equivoci non sono più possibili. E non devono essere più possibili, da parte nostra, le illusioni, le de-