avrebbe la striscia di territorio occupata dai tedeschi del Brennero. Dunque? Le preoccupazioni degli ideologi, per questo che non può essere neppure un problema, non derivano che da un vizio mentale : il vizio di considerare isolati nel vuoto i principi, che viceversa non possono rivelare tutta la loro efficienza che nel complesso e nel contrasto di tutti gli elementi della vita. Per l’Adriatico, poi, l’assurdo arriva alle sue più barocche manifestazioni e alle sue più melodrammatiche catastrofi. Quale la ragione che dovrebbe indurci od imporci a cedere una parte, e non piccola, dell’Adriatico — fate conto, la Dalmazia — ai croati e loro maschere? Questa : che una tal parte, fino a ieri, si trovava in possesso dell’Austria, della quale i Croati furono il più sicuro sostegno e oggi i più legittimi rappresentanti. Qui non c’entra più Wilson — non solo di Dio si fa spesso il nome invano — e questo o quello dei suoi 14 punti : qui si capovolge addirittura il senso comune e il senso giuridico internazionale : qui si esce dal campo aperto di tutti i principi, e si entra in quello chiuso della follia e della criminalità. Noi non avemmo neppure un’ora alleati i croati nella nostra guerra, sì che si possa dire che da e per quell’ora di comune pericolo sia necessario sgorghi la metaforica eternità della riconoscenza, che autorizzi le più generose forme, se non di comproprietà, di servitù, almeno, e sia pure servitù di calpestìo nelle nostre terre; ma li avemmo, invece, sino all’ultimo respiro dell’Austria nemici, e, dopo morta l’Austria, per effetto di un testamento che si può dire il vero tipo del testamento di Pulcinella, eredi. E noi a costoro dovremmo sacrificare non solo il principio di nazionalità (questa volta dovremo essere noi i calvinisti) ma con esso la fede ed il sangue dei tanti italiani dell’altra riva e insieme i frutti della vittoria, per cui la nostra miglior gente — 206 —