la condotta della gente di Cettigne era equivoca e non poteva alla fine cadere che dal lato dal quale pencolava. Ma è una giustificazione questa, o non piuttosto un’accusa contro la Quadruplice? Data quella gente, e dati quei sospetti, la diplomazia della Quadruplice non può invocare scuse al suo insuccesso, se ha avuto tanto tempo per provvedere. Era quello, o non altro mai il caso, di fare a Cettigne quel che a Salonicco : pigliarne possesso, piantarvisi dentro, organizzare, volenti o nolenti i Petrovich, le difese contro l’invasore, se non prima, immediatamente almeno dopo la sconfitta dei Serbi, quando, cioè, non era possibile piti il dubbio sui disegni dell’Austria. Invece : si è rimasti con le mani in mano, fatalisticamente, ad aspettare che le vettovaglie fornite dall’Italia marcissero sul molo e gli eventi maturassero sul Lowcen. No : anche se tutti fossero d’accordo nel sostenere e dimostrare il contrario, io non desisterei mai dal proclamare che la diplomazia della Quadruplice non ha scuse nè attenuanti nell’insuccesso del Monte-negro. Essa non ha in sè o ha mostrato di non avere nè la mente nè i mezzi atti a concepire ed attuare un serio programma di guerra, cioè un serio programma di imperio. La diplomazia della Quadruplice non ha l’anima rivoluzionaria, che è assolutamente necessaria nelle grandi crisi della storia : non ha l’anima ansiosa di rinnovamenti e di sconvolgimenti : si direbbe, anzi, che ha paura di vedere spostate le idee e le cose dal punto dove le ha trovate, e dove si è compiaciuta fino a ieri di ammirarle. All’azione barbarica, perturbatrice e sommovitrice della Germania, essa non va incontro che con passo di minuetto, e con musica di ocarina. La Germania usa di tutti i mezzi, specialmente dell’uomo, nella sua guerra d’invasione : la Quadruplice ignora l’uomo. Attraverso l’uomo, coi ragionamenti, con la persuasione, con la corruzione, la Germania cerca di conquistare i Governi e gli Stati, prima — 22 —