accusa contro il Papato, o il Socialismo, o la Repubblica degli Stati Uniti, ma semplicemente per confondere i deboli delle nostre demoralizzate democrazie, che han creduto e seguitano a credere di fondare il loro potere e offrirlo a fondamento degli Stati, sulle morbide assise dei piccoli sentimenti della psiche individuale, che nel momento delle crisi non servono più a nulla, o soltanto a suscitare il dileggio su quelli che li tengono in onore. Ecco, oggi, a sua volta, il signor Wilson, il professor Wilson, il più puro ed accreditato rappresentante della democrazia americana, compiere a favore della Germania, anzi della Forza della Germania, un atto che in questi due anni e mezzo di guerra non ha mai compiuto o creduto necessario di compiere, per le vittime, in terra o in mare, innocenti o combattenti, di quella Forza. E un tale atto egli compie, mentre gli ingenui aspettavano, da un momento all’altro, una Nota sul serio contro la Germania, per l’irritante guerra dei sottomarini. Aspettavano, sì! Perchè non vi è una più irreduttibile mentalità di quella dell’Europa democratica, nel credere sempre, e non dubitare mai, che la politica sia l’arte di favorire i deboli e sollevare gli oppressi. Il buon Wilson dimostra che la politica è l’arte di favorire i forti. È necessario, ora, discutere il contenuto di una Nota, che non ne ha ? Chiunque si pigli la pena di leggerla, potrà facilmente accorgersi che questa Nota non ha che vaghe ed incerte frasi, che non arrivano neppure a cristallizzarsi in formule, e non tende infine che a mettersi tra il sì degli Imperi Centrali e il no dell’Intesa, per proporre degli assaggi, affinchè si possa apprendere : assaggi, per il presente e per l’avvenire, in vista della costruzione di quel nuovo palazzo dell’Aja, che dovrà servire ad eliminare le ® alleanze rivali » che coi loro squilibri