vece di quella nella quale si sarebbe incontrata con la Bulgaria e la Turchia; così alla Romania, invece della Transilvania, la via nella quale si sarebbe incontrata con la Russia. Ah, sì, dopo che fu scoppiata la guerra europea, e l’Italia ebbe dichiarata la sua neutralità, la Germania scese cortesemente in Italia a persuaderci del nostro interesse di volgere ad ovest piuttosto che ad est, di sostituirci alla Francia e all’Inghilterra nel Mediterraneo, invece che all’Austria nell’Adriatico. Soltanto che... essa si dimenticò di richiamare la nostra intenzione su questo nostro interesse e di preparare anticipatamente con noi il piano di esecuzione, alla vigilia della guerra, prima che la sua flotta si chiudesse a Kiel; e si riservò di mostrarci il nuovo orizzonte quando imaginò di dividerci internamente con un nuovo improvvisato programma, che alimentasse nuove e improvvisate ispirazioni. Non solo; ma questa cura degli interessi nostri mediterranei la Germania non mostrò di averla durante la nostra guerra di Libia, quando era tutta in fiamme contro di noi, perchè turbavamo la posizione mediterranea della Turchia, o quando con la Francia e con l’Inghilterra concludemmo gli accordi mediterranei ricorrenti. La Germania non si ricordò dell’esistenza del Mediterraneo per l’Italia che dopo l’Italia ebbe mostrato di non volere sacrificare all’Austria i suoi diritti nell’Adriatico. E non pensò che l’Adriatico è anche Mediterraneo; e che una nazione per eccellenza medi-terranea come l’Italia ha bisogno di essere forte nel golfo di Venezia, e tanto più forte è nel Mediterraneo quanto è più forte nella parte adriatica del medesimo. Da banda, dunque, tutti gli scherzi, di cattivo genere, almeno in tempo di guerra ! E se i giornali tedeschi hanno veramente voglia di divertirsi ancora, si divertano in altri giuochi. Noi abbiamo la raquette impegnata in altre faccende. Ma quello che non permetteremo, neppure per ischer-