I LORO AFFARI SULLA NOSTRA PELLE. Non è più il caso di discutere la parte formale del Proclama del signor Wilson agli italiani, dopo che il contro-Proclama dell’on. Orlando e i concordi commenti della stampa ne hanno ampiamente dimostrato la sconvenienza diplomatica e l’iniquità politica e morale. Nelle contorsioni dei suoi sofismi e dei suoi errori di diritto e di fatto, nella incoerenza tra le sue premesse e le sue deduzioni, in tutta la falsità della sua intonazione, quel Proclama disvela alfine il pii forcuto del Diavolo che era venuto in mezzo a noi ravvolto nell’azzurra luce diafana del celeste Messaggero. L’imprudenza e la fretta lo han perduto. L’abuso del vecchio bando — il bando diretto ai popoli — che nel tempo primo l’aveva affidato nella pubblica opinione, ha scoperto il giuoco nascosto dietro il titolo dell’ideale. L’Italia ha compreso alfine il giuoco. Al punto in cui sono arrivate le cose, sarebbe inutile delitto l’ipocrisia. Bisogna dunque parlare alto e chiaro, e dire alto e chiaro agli amici di ieri, e, speriamo, anche di domani, le ragioni delle nostre sfiducie e delle nostre doglianze. Dalla verità potrà uscire più rafforzata, in dignità-ed onestà, la comune alleanza. Tutto il lavoro del Congresso di Parigi fu in massima parte diretto con questo fine, non tanto sottile per essere invisibile : cioè : allontanare, scostare, eli- - 3°5 -