I OLTRE IL NOME DEGLI UOMINI E LA VANITA’ DELLE PARTI. Io non comprendo i calcoli numerici e le discussioni metafisiche che si agitano attorno all’ombra del Mi-| nistero. Se l’aritmetica non è un’opinione, non ci sono ; calcoli al mondo che possano far diventare maggioranza la minoranza. E se l’opinione è lealmente dichiarata, non è discussione metafisica che possa fare apparire ateo il credente, o scettico l’osservante. Bisogna accettare i fatti quali sono, non deformarli o trasformarli secondo il nostro interesse e la nostra passione. La crisi di sabato fu l’opera degli interventisti, malcontenti e preoccupati della morbida azione del Governo nella condotta della guerra; e non è possibile discreditarla, alPinterno e all’estero, come l’opera dei neutralisti, o come la rivincita delle giornate di mag- fgio. Si può essere amici del Governo ; ma si deve sopratutto essere amici della verità. E la verità è che il voto contro il Governo fu il voto per la più fervida guerra. Avranno avuto torto o ragione i fautori della crisi nel giudicare la politica del Governo : questo è da dimostrare. Ma non è da dimostrare che essi hanno inteso e preteso di affermare la necessità del maggior nerbo nella condotta della guerra. E si rende un cattivo servigio al paese, nel far credere agli Alleati ed ai nemici, che l’energia della guerra in Italia sia caduta col governo dell’on. Salandra. No. Diciamolo alto e — 57 —