Ah, lei mi diventa rivoluzionario, signor conte : rivoluzionario nella teoria e nella pratica, rivoluzionario nei mezzi e nel fine : lei, un diplomatico austriaco, un ramoscello dell’albero del principe di Metternich! La cosa è da denunziare al Procuratore del Re, -pardon dell’imperatore. Val la pena di essere Consigliere dell’impero d’Austria, dell’unico Impero cristiano in Europa a base di diritto divino, di quel diritto divino contro il quale più direttamente lavorò la falce o la mannaia della Rivoluzione, per finire poi col pensare come l’ultimo dei Cordiglieri? Quando il principe di Brunswick, come capo degli eserciti alleati, lanciò il suo Manifesto, che doveva essere il segnale dell’intervento, anzi della guerra degli Stati d’Europa contro la Rivoluzione, i rivoluzionari dei clubs di Parigi risposero, a tutta prima, con un contro Manifesto, che doveva servire ad eccitare i patrioti belgi, olandesi, tedeschi, austriaci, a sollevare i loro paesi contro i rispettivi tiranni. — « I tiranni marciano contro di noi. Noi solleveremo i popoli contro di essi. » — Vecchie storie, come vede, signor conte; vecchio stile, e vecchio metodo di lotta. Ed è molto strano che lei e i suoi amici di Germania cerchino di rimetterli a nuovo, dopo di avere per tutto il secolo lavorato a discreditarli ed annientarli. Non avete dunque niente di più originale da propinarci? Eppure, dovreste ben capire che noi latini siamo alquanto edotti ed istruiti in Rivoluzione francese. Ed anche in Pedagogia tedesca. Ma fra i principii della Rivoluzione francese e quelli della Pedagogia tedesca sappiamo pure che c’è questa non impercettibile differenza : che i primi erano professati e praticati in buona fede; e gli altri, invece, sono dai loro stessi autori e fautori divulgati in... vuole trovar lei l’equivalente di mala fede? I giacobini di Parigi credevano sul serio di rendere un ser- - 90 -