terra fu sempre insormontabile, quando si trattò di azioni decisive e di decisive risoluzioni a nostro diretto o indiretto benefizio. Vi fu un momento in cui si impose con segni catastrofici il problema del nostro fronte — che se fosse stato risolto secondo le idee del nostro Stato Maggiore, avrebbe provocato lo sfacelo dell’Austria due anni prima della battaglia di Vittorio Veneto, e in conseguenza, secondo le deduzioni di Ludendorff e di Boroevic, due anni prima anche lo sfacelo della Germania. Ma la politica inglese, che non voleva precisamente puntare contro l’Austria, si oppose al progetto del nostro Stato Maggiore; e il nostro fronte fu abbandonato alle nostre difese, che rappresentavano uno sforzo eroico sì, ma non sufficiente allora a battere e distruggere il forte e vecchio esercito degli Absburgo. E centinaia di migliaia di morti seguitarono per un pezzo a far del Carso il nostro calvario e il baluardo dell’Intesa. Ancora: durante il periodo delle trattative secrete delFAustria con l’Intesa, chi può dire che la politica inglese non abbia fatto quello che ha potuto per indurci ad abbandonare o strappare il patto di Londra? Infine : durante la guerra, e più specialmente dopo la vittoria, non divenne Londra il centro delle agitazioni contro le aspirazioni italiane, e il massimo giornalismo inglese l’ispiratore e il protettore di queste agitazioni? E non sollevarono, volta a volta, i Delegati inglesi alla Conferenza le varie proposte dei Trum-bic, dei Pasic, dei Vesnic combinate d’accordo con gli scrittori e gli ispiratori del massimo giornalismo inglese? Francamente più stretta coerenza di questa non potrebbe rivelarsi tra i fautori e gli esecutori della politica inglese ai danni dell’Italia. Nè io metto in evidenza questi atti e fatti dei nostri alleati per distrarre lo spirito degli italiani dalle alleanze di guerra ; ma per fortificarlo ed abituarlo a con- — 287 —