Berlino che egli lasciò cadere la cosa e suggerì la Tunisia alla Francia. Ma questo è il passato. Dopo quarantanni, nel fuoco della grande guerra europea, nel quale ha gittato e seguita a gittare tanto ñor del suo sangue e della sua ricchezza per sè e per la civiltà dell’Europa, l’Italia alfine mostra di volere essere nella difesa dei suoi interessi e della sua posizione nell’Adriatico, meno, come dire?, meno incosciente che nel 1878, e il poco che possa chiedere ai suoi amici è che le tolgano dai piedi l’ellenismo della repubblica di Coritza. Non pare? Io sono sicuro che nel suo alto senso politico anche il Temps sia di questa opinione. — 133 —