forte, perchè tutti sentano e comprendano : la crisi è avvenuta, perchè nel paese l’energia della guerra è più ardente e possente che non fosse nel governo dell’onorevole Salandra. Questo il Messaggio che deve confortare ed esaltare gli eserciti dell’Isonzo e del Trentino. Questo il Messaggio che deve far morire il sorriso nel cuore e sulle labbra dei nostri eterni dispregiatori di Vienna e di Berlino. La disgrazia di oggi non può e non deve far dimenticare le alte benemerenze del governo dell’on. Salandra. Ma se ogni giorno ha la sua fatica, ha pure la sua responsabilità; e non si può giudicare degli atti e delle parole di oggi col ricordo degli atti e delle parole di ieri. Il tempo, come la folla, non ha memoria, ed è bene che non l’abbia : se no, la vita rimarrebbe cristallizzata in un attimo e in un atteggiamento. Noi non siamo, ciascuno nel nostro ambito, che strumenti del pensiero o dell’ azione della famiglia umana della quale facciamo parte : oggi utili e gloriosi, domani consumati e abbattuti. Il governo del-l’on Salandra fu uno strumento utile, nel periodo di transazione, tra la pace e la guerra, quando si trattava di preparare e portare il paese dall’una all’altra riva della sua coscienza storica. Ma le qualità che erano servite nel primo, non dovevano nè potevano più servire nel secondo momento. La guerra è una grande avventura, la più grande delle avventure nella vita di un popolo; e ha bisogno di temperamenti spregiudicati che la portino a compimento. Il temperamento del-l’on. Salandra è rimasto quello ponderoso che fu sempre dell’uomo del Centro, mentre il genio della guerra è tutto nella tensione estrema. Nel Centro non si può essere che circondati e soffocati — nell’abbraccio — o nell’avvolgimento. Inutile oggi fare la critica di questo faticoso anno politico. Le passioni sono così accese nei rapidi periodi di transazione tra l’un Ministero e l’altro, che nessuna