con la sua « abile mossa » della pace non tendesse ad altro che a suscitare” dissidi e discordie in Italia, il conte Lùtzow, deviando alquanto dall’argomento, replica : che i giudizi sull’Austria in Italia sono fondati sui risentimenti del passato, non sulla esatta cognizione del presente: ciò che costituisce, secondo lui, un « funesto errore » fra i due paesi. E funesto veramente sarebbe l’errore, se esistesse. Ma, per l’onore della nostra serietà intellettuale, bisogna dimostrare che non esiste. Sono pochi, in Italia, e non certo fra quelli che esercitano potere sull’opinione, i quali pensino e sentano dell’Austria come le generazioni nate e cresciute sotto la dominazione austriaca. Il senso storico in Italia è molto sviluppato. E noi crederemmo di commettere un solecismo politico dei più grossolani, se ci sorprendessimo a giudicare di un paese, amico o nemico, coi sentimenti o i risentimenti del secolo passato, invece che con le idee del presente. La storia è una vicenda di situazioni sempre nuove, determinate da sempre nuovi contrasti di interessi; e sarebbe insensato fissare e cristallizzare i rapporti di due popoli o di due Stati nella forma permanente di un ricordo o di una passione. L’Austria di Metternich e di Haynau, noi, venuti dopo la ricostituzione del Regno d’Italia, non la conosciamo. Noi conosciamo soltanto l’Austria della Triplice Alleanza; e ci basta. Non la ricorda anche il conte Lùtzow l’Austria della Triplice Alleanza, implacata e implacabile sempre contro il nome italiano, tanto nella sua politica interna, che nella sua politica estera? e sempre pronta a combattere, contro il nome italiano, con le armi sue proprie, oltre che con quelle dei Turchi o degli Slavi? E non invano dico anche, nella sua politica interna. Perchè non ostante quel costituzionalismo, oh molto metaforico!, cui allude il conte Liitzow, anche in regime di Triplice Alleanza gli italiani delle terre irredente non seppero che gli antichi sistemi reazionari e polizieschi, e mai poterono vedere riconosciuti i loro — 104. —