/ L’ORA DELLA CRISI. Si pronunziano, a me pare, troppo grosse parole, a proposito delle dimissioni dell’on. Bissolati e della crisi del Ministero. Grosse parole, che non possono, alla fine, riuscire ad altro che a snaturare le stesse intenzioni e gli stessi fini dei personaggi complicati nella discussione. Un po’ più di modestia nelle espressioni non credo sarebbe a discapito della serietà delle idee degli individui, nè, in genere, del senno politico della nazione. È difficile in Italia discutere con sicura nozione dell’opera degli uomini di governo e delle loro rispettive responsabilità, perchè è difficile conoscere la verità attraverso il fitto velo degli equivoci che avvolge, come una nuvola omerica, la persona dei ministri. In tutti i paesi civili gli uomini che reggono il governo sono quasi sempre al saggio dell’opinione, o per le loro dichiarazioni alla tribuna, o per le loro comunicazioni alla stampa, quando, come più spesso accade, la loro funzione di pubblicisti e scrittori politici non sia per ininterrotta manifestazione pubblica delle idee, una garentia anticipata della loro azione. Ma in Italia dove i ministri sono tratti ordinariamente dalle varie categorie professionali nelle quali non si può dire che la cultura politica sia sempre il fondamento della scienza di Stato, il mistero è l’atmosfera naturale del governo. — 208 —