Vana e trista illusione, quindi, quella degli Imperi Centrali, di credere che le proposte di pace, cosi gettate al vento, possano valere a sconvolgere i deboli cervelli e le trepide anime degli italiani, e a distoglierli dalla loro fatica, che è il loro dovere. Questi deboli cervelli e queste trepide anime sanno qual conto fare ormai della bontà e della generosità degli stranieri, specie se nemici, e non corrono tanto facilmente, come i colombi di piazza San Marco, alle miche che loro offrono i viaggiatori all’ora del tramonto. Finché gli Imperi Centrali continueranno a parlare di pace, per distruggere lo spirito della guerra nazionale al confine, e creare lo spirito della guerra civile all’interno, non otterranno che un solo scopo, quello contrario: di afforzare, cioè, lo spirito guerriero tanto al confine che all’interno. Perchè non vi è paese al mondo, e l’Italia meno di ogni altro, che, scoperto il gioco nemico, se ne renda volontaria vittima, e indebolisca le sue difese morali e militari, per farsi stupidamente sorprendere e schiacciare, con un « grazie * sul labbro e un papavero fra le dita! Molte cose gentili. — 94 —