dimenticato quale colossale apparato diplomatico si sia dovuto mettere in moto nella primavera del 1915, per indurre l’Italia alla dichiarazione di guerra. Nessun mezzo restò intentato : minaccie e promesse si alternavano ogni giorno, e con quali argomenti sia stata mobilizzata la strada, per esercitare una pressione sul governo e sugli indecisi, non è un mistero per nessuno, lo non voglio ripetere qui la dura parola d’un alto personaggio dell’Intesa intorno ai mezzi che si impiegarono per guadagnare l’Italia al gruppo degli Alleati... ma non ci si venga a parlare di inaccessibilità e di ritrosia di fronte a qualsiasi influenza esercitata da stranieri. « Come è naturale, non manca nell'articolo di Ra-stignac il noto argomento delle aspirazioni germaniche al dominio mondiale. La Germania combatte per quel che essa considera suo buon diritto, cioè a dire per il domìnio su altri popoli ad essa inferiori. Questa citazione sì dice sia ricavata da uno scritto di Maximìlian Harden. Come esponente della politica estera germanica noi conosciamo soltanto il Cancelliere dell'impero, nelle cui espressioni, estremamente moderate e concilianti, si può sentire ben altro tono. « Intanto anche a Roma avrà recato chiarimento e dissipato illusioni la Nota Wilson, piena d’uno spirito dì vera obiettività e di puro amore umano. Nemmeno il più cieco fanatico avrà mai potuto sospettare Mr. Wilson capace di prender parte in favore delle potenze della Quadruplice alleanza; forse le sue parole semplici e pur tanto efficaci saranno rmscite a distruggere certe illusioni anche a Roma, e — per adoprare l'espressione di una scrittrice neutrale — a mostrare le cose nella vera luce a « un popolo che fu tratto in errore. » Risponderò negli argomenti essenziali, al conte Lùtzow. Alla mia osservazione (dedotta, del resto, dalle parole della « Neue Freie Presse »), che, dunque, l’Austria — 103 —