IL PATTO DEL SILENZIO. È increscioso polemizzare con gli scrittori dei paesi alleati. Ma più increscioso sarebbe lasciar passare senza discussione le loro tesi e senza correzione i loro errori. Un’alleanza è sempre una fatica, a quel che pare. Alla fatica, dunque! L’antica Rivista francese di politica estera, Le Cor-res-pondant, porta nel suo ultimo numero del io giugno un articolo intitolato : Il -programma italiano, che non è possibile, per esempio, fingere di non aver letto e compreso, come io veramente desidererei. Già, più che un articolo, si direbbe una Relazione, o più gallicistica-mente un Rapporto, di un ufficio, del Quai d'Orsay o d’un qualsiasi altro Ministero, preposto, specialmente, alla cultura e alPincremento delle discordie e dei malintesi con gli Stati ed i popoli amici : un Rapporto di burocrazia, insomma, nel quale si trovino tutti i sedimenti dei pregiudizi e dei rancori che giorno per giorno il vecchio Tempo deposita negli archivi immobili per destinazione e nessuna idea e nessun sentimento di quelli che maturano al sole della libera vita. Questo articolo, questo Rapporto, si chiami come si vuole, per le cose che dice e sottintende, e per l’animo che rivela, non è un grazioso servigio reso — non dico all’Italia che ha tutt’altro da pensare in questo momento che alle moleste cose che si scrivono sul suo conto, ma alla — 139 —