nazioni europee non è bisogno di diventar posteri — lontano sia! — per constatare e giudicare. Ora è vano farsi illusione : nulla di serio e di duraturo, nulla di vero e di giusto può venir fuori da un Congresso che è dominato e diretto dal pensiero e dalla volontà di un uomo solo : di un uomo, per giunta, che per abitudine di spirito e di mente vive nel campo delle astrazioni e delle più vecchie astrazioni che abbiano affaticato nel tempo la politica dei torchi tipografici, quali l’uguaglianza e la libertà degli uomini — salvo quelli di colore, s’intende, che turbano la politica dell’America nel Pacifico : di un uomo sì, di buona volontà, ma troppo semplice e semplicista per un mondo così complicato come il vecchio mondo : un uomo, infine, così poco edotto delle cose europee che non si pregia di pigliarne cognizione che, volta per volta, per mezzo di inchieste e di periti, come — o mari d’Italia non ridete del vostro eterno riso eschileo! — per la questione adriatica che ci riguarda direttamente : un uomo, infine, che passa, che è già passato, anzi, mentre dispone delle sorti dell’Europa, e non ha in se la potestà virtuale che assicuri domani la difesa delle sue idee e dei suoi atti di oggi, non nello Stato ma nello stesso suo partito. Ed io penso con raccapriccio che la storia del mio paese possa essere distolta dalle sue vie maestre, che il sangue di tanta fervida giovinezza italiana possa essere stato invano versato — per le false notizie che il signor Wilson abbia della storia italiana, o per gli errori che i periti del signor Wilson affidino alle loro tardive relazioni, o per gli interessi della finanza americana che fa capo all’idealismo del signor Wilson. È la prima volta che accade, le grandi questioni territoriali e politiche, che riguardano la vita dei popoli storici, e sorgono dal fondo misterioso di tanta vita lontana, si pretendano risolvere, secondo i risultati peritali di quattro professori e di altrettanti e più banchieri americani.