Io mi auguro che gli on. Orlando e Sonnino abbiano ben lavorato, nei Consigli di Versailles, a distruggere questi due pregiudizi, che fino alla vigilia pareva elevassero nello spirito degli Alleati barriere abbastanza salde per impedire che si formasse un chiaro e sicuro convincimento sulle funzioni e sulle sorti dell’Austria in questa guerra. Non si tratta già di proclamare o pretendere cancellata l’Austria sulla carta, come, purtroppo, si proclama e pretende, da tre anni, negli editti delle polemiche dottrinarie: in guerra, prima di cancellarle dalla carta, bisogna distruggerle in campo le potenze nemiche. Ma si tratta di creare gli stati d’animo, e preparare le condizioni e le armi più propri e opportuni per combattere contro l’Austria la definitiva battaglia, non dall’Italia soltanto, ma da tutti gli Alleati, con un disegno preciso, con unica e ferma volontà di vittoria, e, quel che non guasta e dovrebbe completare, con unico fine. Quei due pregiudizi, da una parte, e dall’altra parte le libere manovre dell’Austria tendenti ad accreditarli ed alimentarli, col beneplacito della Germania, presso i governi e i paesi dell’Intesa, hanno ritardato il lavoro di creazione e di preparazione. Il Comunicato di Versailles dimostra alfine che il pericolo è scongiurato — e che l’Austria è, per gli Alleati, come per l’Italia, la nemica comune. Ora non si perda altro tempo in discussioni. E si combatta, per vincere.