SULLA VIA DI VERSAILLES. La riunione di Londra si è chiusa, e il Comunicato ufficiale ha annunziato ai tre popoli dell’Intesa l’accordo dei rispettivi ministri nelle questioni trattate. Questioni, quali? Noi ignoriamo completamente l’ordine del giorno. Accordo, secondo quali criteri, o principi, o compromessi? Noi ignoriamo ancora, e le doppie porte del Gabinetto, che ebbe l’onore di ospitare per quarantotto ore la Storia, sono altrettanto discrete che le labbra dei ministri. Dunque, alto silenzio. La diplomazia aborre dalla cronaca. E per questo, forse, di quando in quando, precipita nella tragedia della guerra. Intanto, noi seguiteremo a discutere, per conto nostro, nella polvere di cui, poveri mortali, siamo fatti, le questioni italiane, che la vittoria pareva dovesse risolvere e invece, dicono, ha più che mai complicate. Ma è. forse una vittoria quella nostra che finì con la distruzione dell’esercito austriaco, e col Bollettino del generale Diaz, che il Municipio di Roma si è affrettato a scolpire nel marmo e sacrare agli onori del Campidoglio? Io comincio ad averne qualche dubbio. Oh, certo, gli italiani si sono accorti di avere' fra i piedi sette od ottocento mila tra ungheresi e croati, in più, da nutrire dopo la battaglia di Vittorio Ve-neto — disgrazie che capitano nell’esercizio della pietà