206 che non è ancora cessata, e di cui faremo la critica nel secondo volume. È forse questo il momento, nella storia della Dalmazia e delPEuropa, in cui la concezione romana della geografia politica viene a trovarsi in conflitto con una concezione politica antigeografica. Per quanto riguarda l’Italia, e massime l’Adriatico, la concezione romana, divenuta italiana, tornerà a vincere dopo il Medio Evo con la politica di Venezia ; poi, col sopravvenire di altre forze, di un’altra concezione della vita, soccomberà a grado a grado, sino ad essere totalmente sconfitta durante il predominio napoleonico. * * * Un primo sintomo della lotta delle due concezioni si ha nella richiesta indirizzata dalle città Dalmate a Carlo Magno, nell’806, perchè l’imperatore le accogliesse in suo dominio, dato che i Greci, preoccupati della guerra bulgarica, trascuravano l’Adriatico dove — come sappiamo — andava rifiorendo la pirateria. Le città Dalmate si rivolgevano alla massima potenza occidentale, padrona di parte dell’Italia, comprendendo che solo da quella parte la protezione poteva loro venire facile e sicura. Ma Carlo Magno non si mosse, e l’imperatore Niceforo spediva una flotta per ridurre all’obbedienza le città dalmate. Poco dopo, una « gens inculta quae nimis crudis car-nis vescebartur et sanguinem potabat humanum» (1), (1) Dandolo : Chron. L. I, Cap. VI, Pars XII.