236 CAPITOLO SECONDO esigere da chi vi passi con merci (i). La strada di Verona era la via per Trento e per il Brennero. L’art. V dello stesso trattato stabilisce, nell’interesse di Venezia, che non vi sieno impedimenti sul Po dalla parte di Rostilia pei transiti mercantili (2). Nella pace fatta con l’Ungheria nel 1359, in cui Venezia cedette Zara, stipulò (art. 11) che « alla Signoria resti liberamente e il dominio della città di Treviso, e tutto il Trevigiano e il Cenedese » (3), assicurandosi così, solidamente e per più vie, l’accesso alla valle dell’Adige. É attraverso una tale opera assidua, nel cui quadro entra la terribile lotta con Milano (4), che Venezia arriva, alla metà del secolo xv, a raggiungere quei confini di sicurezza che convengono all’importanza e alla estensione delle relazioni commerciali contratte col Levante medi-terraneo, in grazia dell’ormai assicurato dominio dell’Adriatico. Dopo la pace di Lodi (1454) è in territorio veneziano il corso dell’Adige sino a Badia; da Badia, il confine corre lungo la linea Ostiglia-Oistiglione delle Stiviere, segue il corso dell’Oglio dalle vicinanze di Asolo sino in prossimità di Soncino ; fa un cuneo a Sud, che inviluppa Crema ; prosegue verso NO, seguendo il crinale delle Alpi Bergamasche, che dividono questa regione dalla Val Seriana, (1) Historia Cortusiorum, Col. 8960, in Muratori, E. I. S. t. XII. (2) Historia Cortusiorum, Col. 896 E. (3) Navagerio : Historia Veneta, Col. 10450, in Muratori R. I. S. t. XII. (4) È noto come anche questa guerra fu determinata da obbiettivi poli-tico-geogratìci. Milano tendeva alla indipendenza economica da Venezia, e tentava perciò di spingersi sino alla costa Adriatica, (v. in prop. Cassi : L’Adriatico, cit. pag. 242).