188 CAPITOLO QUARTO cuzione naturale della costa italiana — sopratutto nella sua zona insulare e costiera — vivendo di rigogliosa vita civile allo stesso tempo dell'altra sponda, e decadendo insieme con quella dalla quale soltanto poteva trarre il suo vitale alimento. 2° Durante il Medio Evo, le popolazioni italiane della sponda orientale adriatica, ad onta di una pressione straniera costante, hanno subito, nella coltura e nell’esercizio delle attività connesse col quadro geografico, l’identico processo di sviluppo, seguito in tutte le comunità della sponda occidentale, aiutate in questo dalla facilità di comunicazioni, che faceva dell’Adriatico un vero lago italiano. 3° Le comunità non italiane che avevano oltrepassato i proprii confini ed erano penetrate nel bacino adriati-co, continuarono a vivere di una vita stentata nella loro grande massa ; e quelli tra i loro nuclei, che, o penetrarono nelle città italiane, o ne subirono l’influenza in altri modi, divennero completamente italiani. Vale a dire, che l’influenza del mondo latino adriatico, mentre agiva potentemente, sia come inibitrice, sia come trasformatrice, sulle masse allogene, non si comunicava, per mezzo di queste, alle loro matrici etniche rispettive, situate al di là delle montagne. 4° L’attività delle popolazioni italiane dell’altra sponda adriatica veniva a comporre una unità armonica con quella delle comunità, (massime di Venezia), della ■ sponda occidentale ; a tale punto che : 5° mentre quasi tutte le città della costa peninsu-lare — Ancona, Fano, Trani, Molfetta, Bari, Brindisi, etc.