64 biografia in Orpha (Uria) « magna cittade con mura antichissime e castello senza fosso, bagnata da un fiume (Kub) », alle cui acque si attribuiva il potere miracoloso di guarire dalla febbre chiunque vi si fosse immerso, come a quelle di un pozzo vicino la virtù di fare scomparire la lebbra. Nel castello si alzavano due colonne « di tanta grandezza quanto quelle di S. Marco in Venetia ». De bellezze della città eran tali e tante che il viaggiatore non trovò parole per descrivere. Ville, palazzi, fabbriche, chiese magnifiche ed amenissimi giardini l’adomano. Capoluogo della provincia di Dierbech teneva sotto di sè sei grandi città e cinque bellissimi castelli. Due giornate più verso greco s’incontrò in Amit, luogo con chiese ufficiate da frati, grandi come San Giov. e Paolo di Venezia, murato ed insignito dell’arma imperiale. Di queste chiese gli fece particolar impressione quella di Santa Maria con 60 altari, con arcate sostenute da 300 colonne e con vicino un convento, ove zampillava un getto di acqua freschissima. I marmi gli richiamarono alla memoria quelli della basilica di S. Marco. Da città era ben presidiata e gli abitanti, più che mussulmani, eran greci, armeni e giacobiti. Proseguendo s’imbattè nel castello di Bedù e poi nella città di Chimardin, dominata da una rocca, con bellissimi palazzi e moschee, ma mancante di acqua. Cristiani, armeni e giacobiti l’abitavano, mentre a Zirene, a cui poscia pervenne, curdi, turchi e nestoriani vi predominavano. Meridino e Charcos sono le prossime tappe. Da seconda, posta su di un’altura, alle cui falde scorreva l’Fset, era centro importantissimo di commercio con « gente quanto dir si possa regale, con 4 borghi, un castello ed un magnifico ponte in pietra formato di cinque altissime arcate ». Quivi il nostro viaggiatore si fermò due mesi a causa di una forte nevicata, e poi ripartì per il castello di Bitlis, ove pure dovette sostare 15 giorni per attendere un suo compagno, mandato dai suoi mercanti in Thauris a riscuotere denari. Questa località gli parve un piccolo centro senza commercio, con un castello, detto Catavani, presso un lago d’acqua salata. A mezzogiorno sorgevano i castelli di Tetovam, Vastam, Vam, e Begheri ; a tramontana quelli di Argis, Adelgiris, Chalata e Intra, Arme-ninmo era una città lì appresso e posta su di una grande altura pietrosa. Finalmente, dopo d’essere passato per Charchamedian e per l’antica e decaduta Merent, giunse a Thauris. «Questa città, egli scrive, è grande e volge con li borghi 24 miglia secondo il giudicio mio, e non ha musei come Venetia. Qui sono grandissime memorie e palazzi delli He, che hanno dominato la Persia e tanto magnifici, che, a chi volesse descrivere il tutto, non basteriano due volumi. A tramontana, a mezzo miglio di distanza, scorre un fiumicello e a ponente un grossissimo fiume salmastro, sul quale sorge un ponte di pietra. Contiene molte fontane alimentate da acquedotti sotterranei. Molti palazzi hanno bellissimi smalti di diversi colori e d’oro. Per povero cittadino che sia in Thauris ha la sua casa lavorata di smalto e di azzurro oltramarino a minutissimi fiorami. Anche le moschee sono ben lavorate >>. Gli uomini gli parvero piuttosto alti, le donne lascive e sottoposte ad una tassa proporzionale alla loro bellezza.