74 BIOGRAFIA — La stessa in «Giornale di Berlino», parte il, a. 1844 da pag. 273 a pag. 288 e poi da pag. 234 a pag. 256. N. B. — Il Cappelletti (Il Campid. Ven.) equivoca attribuendo alcuni Commentari dell’india e Colucut ad un Vincenzo Querini di Irnerio, vissuto verso la metà del sec. XV. Notiamo ancora che il secondo dei Mss. da noi qui citati era inserito nel cod. 280 a carte 86 di proprietà di Marco Foscarini, il quale a pag. 129 (nota 301) della sua Storia della Letteratura venez. scrive : Il Querini fu spedito nel 1504 al Duca di Borgogna e di là in Inghilterra e ultimamente in Ispagna, dove essendo, prese il cammino verso i confini del Portogallo, con l’oggetto di riconoscere fondatamente il vero stato di quelle cotanto predicate navigazioni. Per la qual cosa alla Relazione fatta alla Repubblica di tutte insieme le ambasciate suddette frammischiò un lungo racconto delle cose d’india e di Colocut, così accurato e diligente che Pier Giustinian lo ricorda con lode nellTstoria (Lib. XIV). Quindi viene ad aver errato il Sansovino, il quale nella Venezia, dietro l’elogio o vita del Querini, disse : Vincenzo Querini pubblicò un libro « De Singulis conclu-sionibus omnium sententiarum » ed alcuni Commentari dell’ India e di Colucuth, imperciocché il Querini non fiorì sotto il doge Foscari (che fu eletto nel 1483), ai tempi del quale le Indie non erano scoperte ; non compose Commentari a parte dell’india e di Colucut, ma incidentalmente parla di quei luoghi nelle consuete relazioni delle sue ambasciate, non pubblicò quell’opera, che restò manoscritta ». Il Cicogna (Iscriz. venez. V p. 53 e segg.) ricorda diverse copie manoscritte di detta relazione col racconto dell’ India e di Colucut, indicandole così : Una-presso il Sem. Patriarc. di Venezia (legato Calbo-Cotta) ; — altra presso Nic. Balbi ; — altra presso Leonardo Manin. L’Albèri nell’Appendice da pag. 3 a pag. 19 dell'opera cit. pubblica : Relazione delle Indie Orientali (1506). PAOLO GIUSTINIAN 1510. — Uno dei dieci figliuoli del cav. Francesco Giustinian fu il nostro viaggiatore, che, entrato nell’Ordine dei Camaldolesi, mutò il proprio nome di Tommaso in quello di Paolo. Uscito dall’Eremo di Camaldoli, istituì l’ordine dei Romiti di monte Corona. Celebre per la santità della vita indusse altri veneti patrizi alla vita claustrale j(Vedi Vinc. Querini). Nel voi. IX degli Annales Camaldolenses, fra le diverse sue lettere dettate a questo scopo, una ve n’ha (pp. 467-96), in cui egli descrive il viaggio da lui fatto da Venezia a Camaldoli in Toscana per abbracciare la