2.32 BIOGRAFIA Legrenzi ricorda d’aver incontrato ad Orangabad, al servizio del figlio dell’imperatore Aureng-zeb, con lo stipendio mensile di 300 rupie, e che vi rimase per quasi mezzo secolo, esercitando l’arte sua e commerciando. Un altro italiano, il carmelitano scalzo Francesco Maria di S. Siro, al secolo Antonio Gorla di Postalbera (Pavia), ci dà di lui alcune interessanti notizie, quando l’8 maggio 1694, recatosi a Monte Grande, tre miglia fuori di S. Tomè, vi trovò il Mauucci che, per disgusti avuti col governatore di Madraspatan, da dodici anni s’era ritirato a vivere in un palazzo di stile persiano, fattosi appositamente costruire. Ricevuto cortesemente, apprese molti particolari della sua vita, ira i quali che da giovane aveva vestito l’abito dei carmelitani, che aveva fatto molti quattrini in qualità di medico presso il figlio del sovrano, chiamato il Gran Mogol, e che gran parte di questo denaro lo aveva perduto in un viaggio di mare fatto in compagnia di un suo figliuolo naturale. Stante l’età avanzata, in quel tempo più non esercitava l’arte sua, ma occupavasi in fabbricar certe pietre di gran virtù da lui denominate « Manuciali » e del prezzo commerciale di 4 scudi. Faceva inoltre mercanzia di pietre Bozoar e di altre di gran valore, ed il resto del tempo spendevalo in far nuove esperienze e nello scrivere un’opera sul Gran Mogol. Di questa il frate carmelitano così s’esprime : « Quando io ero colà componeva una Historia del Gran Mogol divisa in tre tomi con tutte le particolarità della pace e della guerra, principiando dal Sovrano, che in quel tempo regnava, quando andò in India, che fu l’anno 1655 ( 1 ) ; ha congregato da 60 figure di tutti li principi della casa del Gran Mogol principiando dal Gran Tamerlano, fondatore di quell’imperio, di tutti li Principi Gentili, Generali e Principali Ministri di quella Corte, che esso ha riconosciuto, cavati dalle originali della casa del Re e queste figure le ha congregate a forza di denari e per mezzo di un ufficiale, suo amico, dalla libreria del Principe Scià-Alem, che li voleva far porre nell’Historia quando fosse perfezionata. Io credo che in Europa sarà molto gradita per essere cosa molto curiosa e rara ». Continua il frate dicendoci come il medico veneziano parlava (1) Erra di due anni il frate francescano, poiché il Manucci andò in India nel 1653.